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The 100 TXT Days: 4° settimana - By Tatiana Coviello, Group Chief People Officer

The 100 TXT Days: 4° settimana - By Tatiana Coviello, Group Chief People Officer

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Passano le settimane e il mio learning by listening prosegue.

Lavoro in Smartworking con una buona alternanza tra ufficio/uffici (qualcuno ve lo ho anche raccontato nelle precedenti settimane) e ufficio dentro casa. Siamo ancora in uno stato di emergenza, prorogato fino a fine gennaio 2021. Un lungo inverno per tutti, ma anche un momento per fare tutti una profonda riflessione, non tanto sul "homeoffice" (e scrivo appositamente homeoffice e non smartworking) o meno in un periodo di emergenza dove tutti siamo chiamati alla cautela ma a quello che vogliamo sia o diventi il nostro modo di lavorare.

In TXT siamo partiti: tutti i collaboratori avranno la possibilità di chiedere di lavorare in smartworking a partire dal 16 ottobre. Certo, il tipo di lavoro ne definisce i parametri e a volte lo rende impossibile, per il cliente, il progetto, ma anche per la possibilità di lavorare in autonomia con obiettivi misurabili. Adesso, e nelle prossime settimane, vedremo le richieste che arriveranno ma soprattutto saremo chiamati come Management a gestire un cambio di Mindset che abbraccia non solo il "da dove lavoro" ma anche e soprattutto "come lavoro".

Questa premessa mi è cara, per come stiamo affrontando il tema in TXT e perché questo processo che stiamo affrontando mi fa riflettere molto su tante tematiche che vanno oltre un Regolamento o un Accordo Individuale: lo sviluppo organizzativo, i valori, il change management, la leadership ma anche e soprattutto la vision. Quella stessa vision a tutti noi così cara e allo stesso tempo in un momento di così grande incertezza, così sfuggente.

E così arrivo subito alla prima delle cinque cose che ho imparato questa settimana:

  1. La visione è come una persona affascinante: nel mondo VUCA, quello della Volatilità (volatility), della Incertezza (uncertain), della Complessità (complexity) e dell'Ambiguità (ambiguity), la visione è come una persona affascinante: ci sembra irraggiungibile ma forse è più vicina di quello che pensiamo, dobbiamo solo imparare a collegare tutti i puntini che le stanno intorno avendo la flessibilità di aggiungerne di nuovi.
  2. I ruoli al tempo dell'incertezza. Una seconda cosa che ho imparato e che è direttamente collegata alla prima è la definizione dei ruoli. Non c'è azienda credo, che in questo momento o in generale, non abbia alcun problema sulla definizione dei ruoli. Se da un lato sono convinta che una chiara definizione dei ruoli sia legata ad una chiara vision, sto riflettendo su un secondo aspetto: ma in un mondo così fluido e così ambiguo, come possiamo pretendere di avere ruoli perfettamente definiti? Sarebbe come cercare di mangiare un gelato con la forchetta. Think about it.
  3. Portelloni d'aereo e sopravvivenza. Arrivo adesso a qualcosa di più soft, leggero e divertente: sono stata su un'isola. Ma come con il COVID? Confermo. Ho imparato ad aprire lo sportellone di un aereo, mi sono catapultata su un gommone di salvataggio uscendo dallo scivolo di emergenza e fatto un corso di sopravvivenza su un'isola deserta: meno male che c'era un accendino che mi ha permesso di accendere il fuoco! Beh, diciamo che nella realtá virtuale è tutto un po' più semplice anche perchè i miei vestiti sono rimasti perfettamente asciutti!
  4. Cieli più puliti grazie al nostro FPO. La quarta cosa che ho imparato è molto concreta: grazie al nostro software di FPO (flight profile optimiser) installato da un'importante linea aerea, i cieli americani sono più puliti e non di poco: ben 20 milioni di libbre di CO2 in meno, cioè 2000 elefanti, 7500 auto o 250 metropolitane. In questo esercizio di matematica mi ha aiutato il nostro mitico David Green, responsabile a Dallas del progetto. Abbiamo reso l'idea? Per non parlare della riduzione di decine di migliaia di minuti di volo e un risparmio economico rilevante, soprattutto in questo periodo.
  5. Learning by sharing. Pensando alla nostra collaborazione con il Politecnico e la Bicocca (due prestigiose università nel nord Italia) per un progetto importante sull'aeroporto di Malpensa e che si occupa dell'inquinamento sonoro, mi sono chiesta: ma oggi come è utile fare innovazione?

E così mi sono imbattuta in un bellissimo articolo del professor Roberto Verganti proprio del Politecnico. In sintesi: il learning by trying non funziona più, il "fail fast and do it again" che andava bene fino a quando il cambiamento era veloce ma lineare non va più bene oggi perché non abbiamo le risorse per farlo, rischiamo di perdere in velocità ed anche in produttività. Il Covid-19 ci ha insegnato che siamo tutti interdipendenti e che, per usare le parole del filosofo francese Edgar Morin, l'umanità ha un destino comune. Proprio da qui dovrebbe partire l'innovazione, rivedere il learning by trying con il learning by sharing: mettere a denominatore comune la conoscenza per fare "innovare davvero", come scrive Alf Rehn nel suo libro. Fare quindi una innovazione utile per la comunità e di valore, per tutti, non solo per il portafoglio di alcuni.

Le sfide per la prossima settimana (quelle non mancano mai):

  1. Comprendere il processo di budgeting (un lavoro che non è solo amministrativo ma strategico);
  2. Rispondere alle domande più frequenti emerse dopo la comunicazione del Regolamento di SmartWorking;
  3. Iniziare ad impostare le leve strategiche che possano guidare un processo di budgeting in HR e comunicazione.